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letteratura italiana

Tabucchi, “Sostiene Pereira”

ANTONIO TABUCCHI – “Sostiene Pereira” – Feltrinelli

Antonio Tabucchi insegna Lingua e Letteratura Portoghese all’Università di Siena. Legato da un amore viscerale al Portogallo, è il maggior conoscitore, critico e traduttore dell’opera dello scrittore Fernando Pessoa, dal quale ha attinto i concetti della saudade, della finzione e degli eteronimi. Tabucchi conosce l’opera di Pessoa negli anni sessanta, durante le sessioni che frequenta alla Sorbona, ne rimane talmente affascinato che, tornato in Italia, frequenta un corso di lingua portoghese per comprendere meglio il poeta. I suoi libri e saggi sono stati tradotti in 18 paesi, compreso il Giappone. Con María José de Lancastre, sua moglie, ha tradotto in italiano molte delle opere di Fernando Pessoa, ha scritto un libro di saggi e una commedia teatrale su questo grande scrittore. Ha ottenuto il premio francese “Médicis étranger” per Nocturne indien (Notturno indiano) e il premio Campiello per Sostiene Pereira.

Il romanzo è ambientato a Lisbona nel 1938, in pieno regime salazarista. Pereira è un giornalista che ha abbandonato la cronaca nera per dirigere la rubrica letteraria di un quotidiano della città, il Lisboa. È un uomo quieto, senza idee politiche, dedito solo alla letteratura, quella francese in particolare, e al ricordo di sua moglie, morta da qualche anno, al cui ritratto continua a parlare ogni giorno. Tutto viene sconvolto quando un giovane, Monteiro Rossi, gli chiede un posto di lavoro. Pereira lo prende in prova, e gli propone di scrivere dei “coccodrilli” (necrologi di personaggi celebri ancora in vita, scritti in anticipo in modo da essere pronti in caso di morte del soggetto): Monteiro, invece di scrivere i coccodrilli prescritti, ne scrive altri, come quello di Gabriele D’Annunzio, di cui attacca con ferocia l’adesione al Fascismo. Si tratta di articoli scomodi, pericolosi addirittura. Pereira è combattuto tra il desiderio di aiutare Monteiro Rossi e quello di non essere coinvolto nelle questioni politiche sollevate dal giovane. Pian piano, Pereira scopre la realtà del regime in cui vive, le violenze, il clima di intimidazione, la censura cui è sottoposta la stampa, tutte cose cui non aveva fino ad allora fatto caso, isolato com’era dalla vita reale, concentrato solo sul pensiero della moglie e sulla letteratura. Poco tempo dopo Pereira conosce Cardoso, un medico che gli confida il proposito di abbandonare il Portogallo per la Francia, ideale di libertà. Pereira parla con Cardoso del senso di inquietudine che prova da un po’ di tempo, e Cardoso gli espone una propria teoria sulla confederazione delle anime: ognuno, secondo questa teoria, ha non una, ma tantissime anime, una delle quali è quella dominante; talvolta può accadere che un’altra anima prenda il sopravvento, determinando così una vera e propria metamorfosi; l’inquietudine di Pereira potrebbe essere quindi il preludio di un grande cambiamento. Monteiro Rossi verrà ucciso dalla polizia politica in casa di Pereira. Da questo delitto Pereira trarrà la forza per agire: con un trucco azzardato, riuscirà a far pubblicare sul proprio giornale un lungo articolo di denuncia dell’omicidio e del regime, per poi fuggire dal Portogallo. In un Nota, aggiunta alla presente edizione, Tabucchi scrive: “Il dottor Pereira mi visitò per la prima volta in una sera di settembre del 1992. A quell’epoca lui non si chiamava ancora Pereira, non aveva ancora i tratti definiti, era qualcosa di vago, di sfuggente e di sfumato, ma aveva già la voglia di essere protagonista di un libro. Era solo un personaggio in cerca di autore. Non so perché scelse proprio me per essere raccontato”. E la storia di Pereira è quella di una evoluzione. “Sostiene Pereira” può essere considerato un romanzo di formazione; il giornalista evolve nel suo modo di pensare, conosce persone nuove e si butta a capofitto nella ricerca di valori cancellati assurdamente dalle dittature. Nel corso della vicenda anche la sua idea di letteratura cambia radicalmente. Dalla rassegnazione e dalla consapevolezza dell’impossibilità di mettere in atto qualsiasi forma di ribellione e di espressione della propria coscienza, Pereira passa lentamente alla convinzione che la letteratura non è incompatibile con la storia, ma parte integrante di essa. Riferendosi a Monteiro Rossi e alla sua compagna, Pereira sostiene: “Se loro avessero ragione, la mia vita non avrebbe senso, non avrebbe senso aver studiato lettere a Coimbra e aver sempre creduto che la letteratura fosse la cosa più importante del mondo, non avrebbe senso che io diriga la pagina culturale di questo giornale del pomeriggio dove non posso esprimere la mia opinione e devo pubblicare racconti dell’Ottocento francese, non avrebbe senso più niente, ed è di questo che sento il bisogno di pentirmi, come se io fossi un’altra persona e non il Pereira che ha sempre fatto il giornalista, come se io dovessi rinnegare qualcosa”.

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Un baule pieno di gente

Uno dei miei libri preferiti in assoluto.

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