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letteratura polacca

Pilch, “Sotto l’ala dell’Angelo Forte”

JERZY PILCH – “Sotto l’ala dell’Angelo Forte” – Fazi

“Bevo perchè bevo. Bevo perchè mi piace. Bevo perchè ho paura. Bevo perchè ho una predisposizione genetica al bere. Tutti i miei antenati bevevano. Bevevano i miei bisnonni e i miei nonni, beveva mio padre e beveva mia madre. Non ho nè sorelle nè fratelli, ma sono sicuro che, se ne avessi, tutte le mie sorelle berrebbero e pure tutti i miei fratelli. Bevo perchè ho un carattere debole. Bevo perchè mi si è spostata una rotella nel cervello. Bevo perchè sono troppo tranquillo e voglio rianimarmi. Bevo perchè sono troppo nervoso e voglio calmare i nervi. Bevo perchè sono triste e voglio rallegrare l’anima. Bevo quando sono felicemente innamorato. Bevo perchè cerco invano l’amore. Bevo perchè sono troppo normale e ho bisogno di un po’ di follia. Bevo quando scolo il primo bicchierino e bevo quando scolo l’ultimo, allora bevo ancora di più perchè l’ultimo bicchierino non l’ho mai bevuto”.

 Un libro difficilissimo da reperire. Una chicca. Un autore che ricorda Venedikt Evrofeen e Charles Bukowski, definito da Milosz la speranza della letteratura polacca. Un personaggio istrionico e dimesso, un filosofo etilico esperto nella tecnica del bere, che si definisce il principe dell’inafferrabilità, comandato da una lingua avida di immortalità.

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