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letteratura tedesca

Hebbel, “Diari”

CHRISTIAN FRIEDRICH HEBBEL – “Diari” – La Mandragora Editrice

“Abbracciami come se l’umanità fosse morta e noi soli la dovessimo conservare!”

Dopo aver letto la versione integrale del diario di Hebbel (quasi duemila pagine), Kafka scrive a Oskar Pollak:

“In questi giorni non potei prendere la penna in mano, poichè quando si abbraccia con lo sguardo una tal vetta che si innalza sempre più senza lacune come una torre, al punto che la si raggiunge appena coi propri cannocchiali, la coscienza non può trovar pace. Ma è bene se la coscienza riceve larghe ferite perchè in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinchè ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma noi abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male.”

(F. Kafka, “Lettere”, Mondadori)

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