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letteratura italiana

Franco Stelzer, “Ano di volpi argentate”

FRANCO STELZER – Ano di volpi argentate – Einaudi

ano di volpi argentate“Voglio dire questo, che quando ti penso, vedo una distesa di boschi. Voglio dire che, in un punto oscuro di quei boschi, esiste veramente lo sfintere di una volpe. Certo, quel muscolo ha qualcosa di tremante. Esso è una stretta rapida. E’ un pensiero oscuro. Esso si stringe o si allenta, a seconda del caso. Quando la volpe muore, per esempio, lo sfintere si allenta. Ora, quando guardo una distesa di boschi, e quando penso allo sfintere delle volpi, mi vieni in mente tu. Voi due siete un pensiero oscuro. Una rapida stretta. Siete qualcosa di tremante che, dal buio, invia segnali verso l’alto”.

Questa scrittura, il rumore di questa scrittura, l’ansito di questa scrittura, è una stretta rapida e un pensiero oscuro. Questa pagina che l’autore sceglie come introduzione ai suoi scritti e, presumo, come presentazione di sé in quanto scrittore, ha il potere di lavorare nel tempo, senza fretta, perché stupisce e attrae chi conosce l’oscurità e il tremore, il lettore che ad ogni nuova stretta si predispone a quel piacere sottile che è aspettativa ma anche glorioso superamento di ogni aspettativa. La scrittura di Stelzer, si potrebbe definire una prosa poetica, una narrativa contaminata, dall’andamento sinuoso e destrutturato, accenni di trama condotti sul filo dell’intuizione, che chiedono, chiamano la partecipazione del lettore, anzi, in un certo senso, la esigono.

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