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letteratura argentina

Borges, “Finzioni”

JORGE LUIS BORGES – “Finzioni” – Einaudi

Con lentezza ed estrema cautela, a piccoli passi, un libro ogni tanto. Qui l’aria è rarefatta e da questi labirinti si può anche non uscire. La voce di Borges è quella di una sirena. Se ci si innamora di lui, poi che cosa si può leggere?

 “Non mi sembra inverosimile che in un certo scaffale dell’universo esista un libro totale; prego gli dei ignoti che un uomo – uno solo, e sia pure da migliaia d’anni!- l’abbia trovato e l’abbia letto. Se l’onore e la sapienza e la felicità non sono per me, che siano per gli altri. Che il cielo esista, anche se il mio posto è l’inferno. Ch’io sia oltraggiato e annientato, ma che per un istante, in un essere, la Tua enorme Biblioteca si giustifichi.”

Qries
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Borges, “Poesie (1923 – 1976)”

JORGE LUIS BORGES – “Poesie (1923 – 1976)” – Rizzoli

“Il mondo è un certo numero di tenere imprecisioni”

Per Borges la poesia è “l’incanto di un attimo in cui le cose sembra stiano per dirci il loro segreto. E’ la poesia di un’attesa delusa, perchè quel segreto non viene detto e resta nell’ombra.” Così Claudio Magris, nella sua splendida raccolta di saggi “Dietro le parole”, commenta l’arte discreta e ritrosa del Borges poeta.

“Le strade di Buenos Aires

sono già le mie viscere”

Qries