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letteratura portoghese

Saramago, “Cecità”

JOSE’ SARAMAGO – “Cecità” – Einaudi

Josè Saramago, premio Nobel per la Letteratura 1998, è lo scrittore portoghese più famoso del mondo. È nato nel 1922 ad Azinhaga, in Portogallo ed è morto nel 2010 dopo una lunga, produttiva e lucidissima vecchiaia trascorsa a Lanzarote, nelle Canarie, con la seconda moglie Pilar e con tre cagnolini.

Ha scritto romanzi geniali, fantasiosi, formalmente elegantissimi e non ha mai deluso i suoi lettori, a testimonianza di quanto possa essere feconda d’ingegno, saggezza ed ironia l’ultima età di un uomo. Saramago non concepisce il lavoro letterario come un piacere individuale. Per lui è un lavoro a volte duro, quasi drammatico. Inoltre non capisce come un autore possa impegnarsi solo con i suoi testi e non con la società in cui vive. Le sue storie sono tutte potenti allegorie, aspramente critiche nei confronti del potere. Saramago non intende l’autore come un eletto dal Cielo che, ispirato, concepisce la sua opera, ma come un combattente che porta avanti la sua personale lotta contro l’indifferenza e la perdita di significato dei tempi moderni. L’universo narrativo di questo autore denuncia le frustrazioni di un’epoca che ha smarrito sia il senso della vita, sia la giustificazione della morte.

In “Cecità”, Saramago ha scelto la via dell’affresco apocalittico per denunciare con intensità di immagini e durezza di accenti la notte dell’etica in cui siamo sprofondati.

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