WITOLD GOMBROWICZ – “Bacacay” – Feltrinelli
“C’è un vento di anarchia corrosiva che attraversa questi racconti” (Francesco M. Cataluccio)
L’atrocità, il paradosso, l’assurdità, il grottesco, persino ciò che è repellente e persino disgustoso. Penso a quanti autori contemporanei hanno trattato e trattano queste materie, a come sia relativamente facile inventarsi storie che si nutrano di queste materie, come sia quasi la garanzia di un meccanismo che funzioni, che compiaccia persino il lettore nella sua ansia di distrazione e di divertimento. Ovviamente qui ci troviamo su un altro pianeta.
Gombrowicz va diritto al cuore oscuro dell’uomo, nei territori sepolti, nelle sensazioni censurate dei desideri repressi e misconosciuti, li riporta in superficie, li guarda spazzare via le convenzioni e riorganizza il mondo secondo il loro volere. Anarchia corrosiva dice Cataluccio. Corrosiva, crudele e impietosa. Perchè il gioco non finisce, la realtà non si ricompone. La grande letteratura è sovversiva. Sarà bello continuare a leggere Gombrowicz avendo Cataluccio come guida.