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letteratura tedesca

Bergengruen, “La morte a Reval”

WERNER BERGENGRUEN – “La morte a Reval” – Bollati Boringhieri

“Ogni morte ha la sua risata”

Reval è l’antica Tallin, oggi capitale dell’Estonia. Werner Bergengruen è un lettone di origine tedesca, nato a Riga, che ama la sua terra baltica, come tutti i poeti che amano perdutamente la loro terra d’origine forse, anche, perchè ad essa hanno voluto sottrarsi.

“Mio caro, siediti vicino a me. La bottiglia è sul tavolo. E’ autunno, è l’ora del crepuscolo, fuori gridano le cornacchie, ululano i venti. Non senti gemere in purgatorio le povere anime?”

Questo splendido incipit mi ha predisposto alla lettura di una materia epica, alla celebrazione dei valori di un popolo orgoglioso e forte. Ma essere smentiti nelle aspettative è una delle sorprese che ti riserva la letteratura. Le pagine di questo libro sono in realtà le scene di una danza macabra, grottesche e irriverenti, pervase da una irresistibile, ma in qualche modo affettuosa, ironia. Un repertorio di stravaganti sepolture, di storie di varia umanità che la prossimità della morte riscatta, sempre. Certo c’è anche l’orgoglio dell’uomo del Nord, la rivendicazione dell’appartenenza, e c’è molta poesia, potente perchè è fatta di sapori forti e intensi.

“…forse si deve essere un nordico, abituato alle lunghe notti d’inverno e alle corte bevande, per poter avere con la morte una tale disinvolta intimità e non accorgersene nemmeno. Nei paesi luminosi e caldi in cui si pigia l’uva e si beve il vino, anche la morte ha un altro volto. Quei paesi non hanno crepuscoli e sfumature di luce: giorno e notte, chiaro e scuro, vita e morte sono nettamente l’un l’altro distinti. La dolce luce fluisce limpida su tutti i fenomeni e dà a essi netti contorni. La morte è un buco nero e pieno d’orrore; nessuno vuole pensarci. E i defunti sono morti per sempre. Ma là nel nord, là in alto all’est, là in alto sul mare, là si beve la forte e bruciante acquavite. Là sono di casa i crepuscoli e le nebbie e le tormente di neve, e al culmine dell’estate il rosso del tramonto a poco a poco trascolora nella rosata luce del mattino. E i morti sono presenti in mezzo a tutta la vita.”

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