CYNGYZ AJTMATOV – “Il battello bianco” – Studio Tesi
La liricità e la sacralità della natura, l’infanzia solitaria di un bambino che deve cercare di decifrare la realtà e di sopravvivere coltivando i suoi sogni, la lotta epica tra il male e il bene, la giustizia e l’ingiustizia, il compiersi inevitabile della tragedia. Una materia difficile, scivolosa, da trattare con attenzione, che potrebbe trasformarsi in una storia patetica e moraleggiante. Ma non nelle mani di uno scrittore russo (in realtà nato in Kirghisia, quando faceva parte dell’Unione Sovietica) che indicava come suoi maestri Tolstoj, Cechov, Bunin, Gor’kij, Majakovskij, Solokov, Tvardovskij. Nelle sue mani, l’intimità e la solennità coincidono, la prosa diventa poesia.