ANONIMO TRIESTINO – “Il segreto” – Einaudi
Ci sono libri che racchiudono molte storie parallele: quella che raccontano, quella di chi li ha scritti e quella che ci ha permesso di arrivare fino a loro. Questo è uno di quei libri. Ho conosciuto “Il segreto” perchè Magris ne parla (in “Alfabeti”) come uno di quei libri che colpiscono “come un pugno”, associandolo ad “Auto da fè” di Canetti, a “Cime tempestose” di Bronte e a “Autobiografia di mia madre” della Kincaid, ma lo cita, in modo quasi reticente, definendolo “grande e sgradevole” e dedicandogli un unico peridodo della sua, solitamente generosa, scrittura. Il libro potrebbe essere sottotitolato: “L’autobiografia di una rinuncia”.
E’ il racconto di una rinuncia a vivere per eccessiva intelligenza, profondità, rigore, amore per l’ideale, per invincibile scrupolo, delicatezza, per aver posto i sentimenti propri e altrui su piedistalli troppo alti. E’ vero che questo libro colpisce come un pugno, perchè porta in quel luogo di estrema purezza che, in un modo o in un altro, bisogna abbandonare per vivere. Perchè c’è contaminazione nella vita. E’ un libro generoso, in cui tutto viene messo a nudo con estrema onestà. E’ il racconto privo di reticenze e di pudori di una vita estremamente reticente e chiusa nel più estremo dei pudori. Pudore e reticenza sono ormai merce rara e preziosa. E quindi questo libro è anacronistico, come lo è il suo anonimo autore nel ritratto che ne fa nella prefazione Linuccia Saba (sì…Saba). Quanta consapevolezza del proprio valore ci vuole per evitare che gli altri lo possano riconoscere e gli possano attribuire le, pur giuste, lodi? Oppure quanta insicurezza? Alla fine del libro ho capito che oggi sarebbe facilissimo sapere molte cose di questo anonimo. Oggi nessun segreto è più al sicuro, ma ho deciso che non cercherò di sapere nulla sulla sua identità. Ciò che di lui importa, l’ha raccontato in 437 bellissime pagine. Infine: ho acquistato questo volume (edito nel 1961) tramite Maremagnum. La mia copia ha le pagine ingiallite e la copertina rigida che resta aperta con facilità, segno che il libro è stato letto e, forse, molte volte. Viene da una libreria antiquaria. Di Trieste.
Un libro che ho amato, anzi che amo, moltissimo. Anch’io ho una copia con la copertina rigida, acquistata al tempo da mio padre. Credevo non lo leggesse più nessuno.
Sì, in effetti, è gloriosamente fuori moda. A volte penso che la vera letteratura sia ormai fuori moda, ma sono sicura che sopravviverà comunque, per la sua stessa forza. Grazie!
“A un tavolo in fondo a destra, per chi entra, siede da anni Giorgio Voghera, accertato protagonista e ipotizzato autore del <Segreto>, sgradevole e incantevole capolavoro, accanita e struggente geometria della rinuncia, un libro scritto contro la vita che ne fa balenare tutta la seduzione.” (Claudio Magris, “Caffè San Marco” in “Microcosmi”)