GEORGI GOSPODINOV – … e altre storie – Voland
“I viaggiatori dei treni notturni che attraversano le frontiere nei Balcani si somigliano molto”. Entrano in una pianura dove il tramonto “promette di essere eterno”, dove si incontrano persone che raccontano le loro storie perché questo è l’unico modo per protrarre “anche se per poco una partita dal finale già deciso”. Dove “gli scrittori sono i chirurghi dell’animo”, che asportano “quanto vi è di marcio e decomposto” e che rischiano di diventare disgustosi con il “loro modo di traformare tutto in storie”, perché “ormai nessuna storia può più essere inoffensiva”. Dove ci si imbatte in uomini severi e solenni, smaglianti e folgoranti, in avventurieri riservati, in mugik francesi o in russi pieni di charme. Dove le città si vanno popolando “di vagabondi e schizzati”, ridotte ad una “minuziosa topografia da barbone”, dove quello che si desidera, tanto non arriva mai. Dove anche “una piccola animuccia di maiale” alberga al suo interno un insospettato splendore. Dove peonie e pansè sfioriscono in una impossibile inarrestabile invincibile storia d’amore impalpabile come i ricordi comuni di ciò che non è mai avvenuto.
Qui può venire al mondo una creatura capace di vedere nel passato e nel futuro, cieca per il presente “effimera quanto un pezzo di carta e questo mondo che va appassendo”. E, soprattutto, questa è la terra di Gaustìn, il non appartenente, “il non appartenente a nulla al mondo”, Gaustìn che se la spassa splendidamente nel silenzio. Un tentativo di florilegio per presentare una raccolta di ventun racconti brevi che è come la punta di un iceberg che ha il suo corpo voluminoso in “Fisica della malinconia” e in “Romanzo naturale”, per quei lettori di Gospodinov che sono rimasti conquistati dalla sua tenerezza e dalla sua ironia e che vogliono sentirsi raccontare da lui altre storie.
Ha sapore di Roth…! Grazie per la segnalazione. Ciao!
Grazie a te Giovanni. Forse sono io che finisco per evidenziare ed estrarre da queste pagine ciò che sa di Roth…In realtà Gospodinov non assomiglia a nessun altro e mi ha conquistato con la sua “balcanicità”. Un caro saluto