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letteratura bulgara

Georgi Gospodinov, “… e altre storie”

GEORGI GOSPODINOV – … e altre storie – Voland

“I viaggiatori dei treni notturni che attraversano le frontiere nei Balcani si somigliano molto”. Entrano in una pianura dove il tramonto “promette di essere eterno”, dove si incontrano persone che raccontano le loro storie perché questo è l’unico modo per protrarre “anche se per poco una partita dal finale già deciso”. Dove “gli scrittori sono i chirurghi dell’animo”, che asportano “quanto vi è di marcio e decomposto” e che rischiano di diventare disgustosi con il “loro modo di traformare tutto in storie”, perché “ormai nessuna storia può più essere inoffensiva”. Dove ci si imbatte in uomini severi e solenni, smaglianti e folgoranti, in avventurieri riservati, in mugik francesi o in russi pieni di charme. Dove le città si vanno popolando “di vagabondi e schizzati”, ridotte ad una “minuziosa topografia da barbone”, dove quello che si desidera, tanto non arriva mai. Dove anche “una piccola animuccia di maiale” alberga al suo interno un insospettato splendore. Dove peonie e pansè sfioriscono in una impossibile inarrestabile invincibile storia d’amore impalpabile come i ricordi comuni di ciò che non è mai avvenuto.