FRANCO STELZER – Matematici nel sole – Il Maestrale
“Tutto sommato – pensa – alla fine noi non siamo che questo. Esseri che fanno di conto, avvolti nel chiarore. Piccoli eroi storditi e luminosi. Matematici nel sole”.
Mi piace Franco Stelzer, tra le altre cose, perché è uno scrittore coraggioso. Bisogna esserlo per scrivere, oggi, di amore e di morte, affondando le mani nella materia oscura che li accomuna. Se riesce a farlo, immagino, è perché possiede una certa dimestichezza con le materie oscure. Mi piace, pur riconoscendone quelle che mi appaiono come imperfezioni o, meglio, riconoscendo nella sua scrittura quei cali di tensione narrativa, quelle soste volute e cercate in territori inoffensivi in cui a volte indulge; ma il mio parere deriva da un gusto letterario maggiormente portato ad una narrazione che nasconda i suoi snodi, che rifugga dalle storie, che prenda spesso le distanze da ciò che può essere esplicito, che richieda insomma una sorta di esercizio di decifrazione da parte del lettore, lo stimoli e lo metta alla prova. Invece Stelzer è un potente accompagnatore, una guida nei boschi narrativi, una guida affascinante che non si può evitare di seguire. Perché questo è un libro che richiede l’abbandono del lettore e anche la sua fiducia, data la materia di cui è costituito che è, sotto i veli, gli infiniti veli che le parole le vanno tessendo intorno, dolorosa e definitiva. La materia di cui è fatto “Matematici nel sole” è la fine, con maggiore precisione, l’approssimarsi della fine della vita, vista nell’ottica della piena consapevolezza.