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letteratura uruguaiana

Hernandez, “Nessuno accendeva le lampade”

FELISBERTO HERNANDEZ – “Nessuno accendeva le lampade” – laNuovafrontiera

“Tu non hai bisogno, a volte, di una grande solitudine?”

Ecco che cosa succede se il giorno lentamente muore e nessuno accende le lampade, se si evita la luce troppo cruda e se si viene introdotti nelle stanze ombrose di antichi palazzi, in bui locali di periferia o in improbabili negozi affollati di oggetti inusuali: ci si ritrova nel mondo di Hernandez, frutto della sua “immaginazione ingannata”, dei suoi “scherzi del buio”. I personaggi di questi racconti si muovono in una realtà che permane al limitare del sogno, che trascorre in un incerto paesaggio tra il sonno e la veglia. Strane malattie affliggono e insieme identificano le ombre che si ha la ventura di incontrare, forse si tratta di malattie mentali che si rivelano però innocue o, addirittura, rivelatrici: sonnambulismo, vista interiore, oscure manie che obbligano ad elaborare e a celebrare complicati riti, giochi dalle regole ferree da praticare al buio, perché la luce nasconde e confonde. E’ un mondo dove si provano “strane sofferenze” e a tratti, improvvisa, una “imprevista conoscenza di se stessi”, ma, per farlo, bisogna lasciare le apparenze, accettare persino l’incertezza e l’azzardo della metamorfosi.