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letteratura russa

Nijinsky, “Diari”

VASLAV NIJINSKY – “Diari” – Adelphi

“Mi hanno detto che sono pazzo. Io pensavo di essere vivo.”

Questi “Diari” racchiudono i pensieri, i sentimenti, le ossessioni e i deliri di uno dei più grandi ballerini di tutti i tempi, l’anima e il cuore dei Balletti Russi di San Pietroburgo. In questa edizione integrale sono pubblicati i primi due quaderni, intitolati da Nijinsky “Vita” e il terzo, intitolato “Morte” (il quarto, contenente solo poesie e lettere, non è qui riprodotto). E’ doveroso accingersi alla lettura di queste pagine rinunciando alla pretesa di poter giudicare il loro valore letterario (anche se contengono richiami alla letteratura e spesso suscitano nel lettore echi e suggestioni letterarie), senza però provare la sensazione di penetrare indebitamente nel mondo personale e segreto del loro autore, perché, fin dalle prime righe, appare chiaro che Nijinsky scriveva, anche se in modo ossessivo, compulsivo e incalzante, perché voleva essere letto, con l’intento chiaramente espresso di pubblicare e quindi di rendere accessibili a tutti i suoi scritti. I quaderni sono stati redatti fra il 19 gennaio e il 4 marzo 1919, mentre Nijinsky si trovava con la famiglia in Svizzera. Qui verrà sottoposto a numerose visite e successivamente ricoverato in vari ospedali psichiatrici, per una forma di schizofrenia, dove rimarrà rinchiuso fino alla morte, avvenuta a Londra nel 1950.