LEONID ANDREEV – “Lazzaro e altre novelle” – Passigli
“La traduzione del Rebora è un capolavoro, e noi in Italia non siamo abituati a lavori di tal serietà e finezza d’arte” (Piero Gobetti)
Novelle russe tradotte mirabilmente da un poeta italiano. Su tutte, “Lazzaro” e “Fantasmi”. Nella prima, l’indimenticabile e terribile figura dell’uomo tornato dalla morte, che non può più inserirsi nell’illusione della vita, che non può più scaldarsi e che diffonde intorno a sè l’orrore del vuoto in cui è stato. “…ma le parole, come se insieme col sole s’andasse eclissando anche la vita loro, divenivano pallide e vuote: come se vacillassero sulle gambe malferme, e scivolassero e procombessero, ubriache d’un vino di angoscia e di disperazione. E voragini nere si spalancavan fra esse – quasi ambigue illusioni all’immane vuoto, all’immane tenebra.”
In “Fantasmi”, la casa di salute del dottor Sceviriòf con i suoi dolenti e delicatissimi ricoverati, diventa nella penna di Andreev un luogo intimo, dove gli eccessi vengono placati e gli incubi compresi, perchè la pazzia è pur sempre da mettere in conto se ci si vuole sporcare le mani con l’umanità.
“L’unico suono che si ripercotesse ininterrottamente giorno e notte già da dieci anni filati nella casa di salute, cioè dalla sua fondazione, era qualcosa di così regolare e smorzato e uguale che la gente non l’udiva, e passava inosservato come il ticchettio del pendolo dell’orologio e la pulsazione del cuor di ciascuno. Era un malato, che rinserrato in camera, bussava alla porta. Dovunque si fosse trovato, scovava egli una porta serrata o soltanto semichiusa, e cominciava a bussare: se l’aprivano, ne cercava un’altra e di nuovo bussava – egli voleva che tutte le porte fossero aperte. E bussava i giorni e le notti, estenuandosi fino allo stordimento. Bisognava dire, che in virtù della sua demenza fissa egli avesse il segreto di bussare anche quando insieme dormiva: altrimenti sarebbe morto d’insonnia. Ma nessuno l’aveva visto dormire, e il bussamento non s’interrompeva mai.”
Ho anch’io questo testo, esattamente in questa edizione. Ho scoperto in Andreev un narratore profondo, quasi un Dostoevskij della breve misura.
Gia’ che ne confessi il possesso, ti chiederei la gentilezza d’elencarmene i titoli. Grazie!
In questa edizione sono presenti sei novelle: “Lazzaro”, “Cristiani”, “Marsigliese”, “Straniero”, “Fantasmi” e “Ben-Tovìt”. Prefazione di Piero Gobetti e traduzione di Clemente Rebora.
Ottimo, è proprio quello che cercavo. Grazie ancora!
Di nulla. Ciao!
Hai ragione. Questi russi non finiscono mai… Un saluto. Anna
[…] Leonid Andreev,splendidamente analizzati nelle pagine di dietroleparole e di Tommaso Aramaico ( qui , qui e […]