MAX FRISCH – “Homo faber” – Feltrinelli
Avrei voluto trovare in questo romanzo una trama fragile come un velo, una sorta di sentiero appena tracciato che si percorre consapevoli che ad ogni svolta si può correre il rischio di perdersi. Forse la parola rischio è la più adatta ad esprimere ciò che avrei voluto trovare. Mi ha disturbato nella lettura di questo romanzo il suo intreccio complesso e ben strutturato. Mi ha disturbato proprio ciò che in un altro contesto potrebbe essere un pregio. Ma ogni libro è necessario a modo suo, o non lo è.
Ciò che mi appare necessario in “Homo faber” sono le formidabili pagine che trascendono il racconto degli avvenimenti improbabili, costruiti per sostenere una tesi di fondo, a volte francamente frivoli, pagine in cui l’autore perde finalmente il sentiero. Succede in due punti del romanzo, per me indimenticabili. Da queste pagine apparentemente inconcludenti, pigre, che sanno di vita molto più di qualsiasi accadimento, ho intuito la verità del romanzo. Per queste pagine continuerò a leggere Max Frisch.
Sono curiosissima, cara Anna, di conoscere quelle pagine di ” Homo faber” ( se non è un dato personale che non vuoi rivelare). Condivido con te, l’ eccesso di ” inventiva” , a volte gratuita, nell’ intreccio. Nel complesso, però, mi è sembrato un testo con un suo fascino e soprattutto senza ( facile) morbosità. Ciao!
Sono pagine che si trovano nella “Seconda tappa”, il diario scritto all’ospedale, per interderci, in particolare quelle dell’ultima notte all’Avana e quelle relative all’ultimo volo. Sono consapevole della grandezza di Frisch, ma c’è qualcosa nel suo modo di scrivere che trovo disturbante, anche se, come dicevo, per quelle pagine ho continuato a leggerlo e alla fine ho trovato il romanzo che corrisponde pienamente ai miei gusti di lettrice. Si tratta de “L’uomo nell’Olocene”, che forse non viene considerato il suo capolavoro ma che per me lo è. Grandissimo. Ciao!