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letteratura bulgara

Georgi Gospodinov, “… e altre storie”

GEORGI GOSPODINOV – … e altre storie – Voland

“I viaggiatori dei treni notturni che attraversano le frontiere nei Balcani si somigliano molto”. Entrano in una pianura dove il tramonto “promette di essere eterno”, dove si incontrano persone che raccontano le loro storie perché questo è l’unico modo per protrarre “anche se per poco una partita dal finale già deciso”. Dove “gli scrittori sono i chirurghi dell’animo”, che asportano “quanto vi è di marcio e decomposto” e che rischiano di diventare disgustosi con il “loro modo di traformare tutto in storie”, perché “ormai nessuna storia può più essere inoffensiva”. Dove ci si imbatte in uomini severi e solenni, smaglianti e folgoranti, in avventurieri riservati, in mugik francesi o in russi pieni di charme. Dove le città si vanno popolando “di vagabondi e schizzati”, ridotte ad una “minuziosa topografia da barbone”, dove quello che si desidera, tanto non arriva mai. Dove anche “una piccola animuccia di maiale” alberga al suo interno un insospettato splendore. Dove peonie e pansè sfioriscono in una impossibile inarrestabile invincibile storia d’amore impalpabile come i ricordi comuni di ciò che non è mai avvenuto.

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Georgi Gospodinov, “Romanzo naturale”

GEORGI GOSPODINOV – Romanzo naturale – Voland

“Il romanzo ideale è quello in cui il filo conduttore fra i differenti episodi è una mosca che svolazza. Posso anche ripeterlo: il filo conduttore deve essere una mosca che svolazza”.

Ecco, di nuovo, la scrittura di Gospodinov. Dico di nuovo perché è con il suo bellissimo “Fisica della malinconia” che sono diventata una lettrice consapevole di questo autore bulgaro e, forse, almeno minimamente, preparata a non costruirmi alcun tipo di aspettativa iniziando a leggere un suo libro. E’ del tutto inutile farlo perché Gospodinov è perfettamente in grado di eluderle tutte le aspettative, una dopo l’altra, ma in modo così elegante, innocente e generoso, che alla fine il lettore si sente addirittura riconoscente per non aver trovato nelle sue pagine nessun appiglio, nessun punto di riferimento per ancorarsi al già visto, già letto o già noto.

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Georgi Gospodinov, “Fisica della malinconia”

GEORGI GOSPODINOV – Fisica della malinconia – Voland

fisicadellamalinconia“Viviamo in un’epoca di perdita di senso e di una incerta paura. Una paura lenta”.

Così l’autore afferma in un’intervista, per dare, entro i limiti in cui è possibile farlo, una chiave interpretativa, non già del romanzo, ma della sua generale tonalità. Perché se il mondo non è più magico e tu sei abbandonato, che altro si può fare se non mescolare memoria e desiderio? (Parafrasando e collegando indebitamente due delle epigrafi scelte dall’autore, rispettivamente di Borges e di Eliot). Questo libro è un’esperienza di lettura difficilmente paragonabile ad altre, perché trascende i generi letterari, rifiuta ogni purezza strutturale, richiede nel lettore una predisposizione al “vagabondaggio” e lo trasforma in un flaneur che si aggira nei territori della malinconia.