GEORGI GOSPODINOV – Fisica della malinconia – Voland
“Viviamo in un’epoca di perdita di senso e di una incerta paura. Una paura lenta”.
Così l’autore afferma in un’intervista, per dare, entro i limiti in cui è possibile farlo, una chiave interpretativa, non già del romanzo, ma della sua generale tonalità. Perché se il mondo non è più magico e tu sei abbandonato, che altro si può fare se non mescolare memoria e desiderio? (Parafrasando e collegando indebitamente due delle epigrafi scelte dall’autore, rispettivamente di Borges e di Eliot). Questo libro è un’esperienza di lettura difficilmente paragonabile ad altre, perché trascende i generi letterari, rifiuta ogni purezza strutturale, richiede nel lettore una predisposizione al “vagabondaggio” e lo trasforma in un flaneur che si aggira nei territori della malinconia.