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letteratura polacca

Conrad, “Il passeggero segreto”

JOSEPH CONRAD – “Il passeggero segreto” – Passigli

“Immenso Conrad che come nessuno sapete fermar sulla carta il palpito ambiguo dell’ora e i mille toni del cielo e del mare in quella cangiante e un po’ mefitica vaporosità diffondendo i tormenti degli animi perseguitati; suadente Conrad che come nessuno sapete fondere l’analisi psicologica e l’avventura con il risultato inquietante di rendere familiare l’esotico; sottilissimo Conrad che come nessuno distillate la macerazione morbosa nella purezza di uno stile regale; sì, voi, biografo della vergogna e notomista della perplessità: i vostri libri mi hanno insegnato che il valore di un uomo va dimostrato, e che non sempre le illusioni eroiche della gioventù sopravvivono alla prova: la prova fatale, quel momento che può giungere presto o tardi, che può essere inaspettato o previsto, grandioso od oscuro, ma che sicuramente arriva per tutti, e quando arriva dev’essere riconosciuto perchè non si presenterà una seconda volta.” (Michele Mari, “Otto scrittori” in “Tu, sanguinosa infanzia”)

Qries
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letteratura ceca

Weil, “Una vita con la stella”

JIRI WEIL – “Una vita con la stella” – Rizzoli

“Sapere le cose significa la morte, così come il non saperle”

L’opaca crudeltà dei carnefici, l’ineluttabile rassegnazione delle vittime. Giorno dopo giorno, ora dopo ora. La letteratura è lo spazio privilegiato per la condivisione di tutto ciò che l’animo umano può utilizzare per sopravvivere. Un libro bellissimo che mi ha riportato inevitabilmente a “Il Signor Theodor Mundstock” di Ladislav Fuks. Leggere questi libri è un privilegio per lo spirito, una riconferma per chi ama la letteratura ceca, un omaggio a Praga, la magica Praga.

Qries
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letteratura ceca

Černá, “Lettera a Milena”

JANA CERNA’ – “Lettera a Milena” – Forum Edizioni

“Franz non è adatto a vivere. Franz non guarirà mai. Franz morirà presto. Di certo tutti noi siamo apparentemente adatti a vivere. Perchè ci siamo rifugiati nella bugia, nella cecità, nell’entusiasmo, nell’ottimismo, in una qualche convinzione, nel pessimismo, oppure in qualcos’altro ancora. Ma lui non si è mai rifugiato in nessun ricovero sicuro. E’ assolutamente incapace di mentire, così come è incapace di ubriacarsi. Non ha il benchè minimo rifugio, non ha asilo. Perchè è esposto a tutto ciò di fronte a cui noi siamo protetti. E’ come se fosse nudo fra persone vestite. Non che sia tutto vero ciò che dice, ciò che è, ciò che vive.

Qries
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letteratura tedesca

Wassermann, “Il caso Maurizius”

JAKOB WASSERMANN, “Il caso Maurizius”, Dall’Oglio

“Non è possibile muoversi altrimenti che con gran lentezza, un passo alla volta; e tra un passo e l’altro ci son tutte le debolezze, tutte le remissioni, tutti gli errori, sia pure nobili, di cui ci macchiamo. Non è una dottrina, non una verità imponente quella che le sto esponendo ma forse, come le dicevo, è un cenno, un piccolo aiuto… Voglio dire, il bene e il male non si differenziano tanto nelle relazioni degli uomini tra loro, quanto nella posizione dell’uomo di fronte a se stesso.”

 Impietoso con le vittime, altrettanto con i carnefici, con i colpevoli e con i giudici, impietoso nell’indagare, nel frugare tra le pieghe nascoste delle anime che tutte, ognuna a suo modo, sono illuminate da una luce, gettano un’ombra, si stagliano nette nella loro consistenza. Che sia un esperimento, un mondo privo di banalità, portato sul tavolo anatomico per essere sezionato e scandagliato? Un autore, per me, imperdibile, di cui non sospettavo l’esistenza.

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letteratura tedesca

Mann, “L’angelo azzurro”

HEINRICH MANN, “L’angelo azzurro”, Newton Compton editori

“Una cosa è certa: chi riesce a raggiungere le vette più alte è uno che conosce bene anche i più impenetrabili abissi”

Che cosa succede quando un risibile pupazzo viene catturato dai demoni dell’odio e dell’amore e trasformato nel protagonista di un dramma, personale e sociale. Una grande capacità di scrittura, un grande dominio del ritmo. La famiglia Mann non delude, mai.

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letteratura russa

Pasternak, “Le barriere dell’anima”

BORIS PASTERNAK, “Le barriere dell’anima”, Garzanti

“Non puoi neppure immaginare quanto profondamente si imprima in me tutto quello che dici. Le tue parole stesse sono come maestosi, quieti spazi nei quali edifichi ed innalzi qualcosa. Come potrò mai liberarmi dal ritmo misurato della malinconia che incede, sul quale hai costruito la tua visita, il tuo testamento? Volevo poi dirti che possiedo un orecchio interiore, una sorta di profonda attenzione, primigeniamente, eternamente all’erta, con la quale sono restato ad attendere tutta la vita, con la quale ho aperto centinaia di lettere e altrettanti incontri come fossero lettere. Voglio dire che mi sono venute incontro molte cose grandi, rare, pure e forse anche tali da arricchirmi e da ispirarmi. Ma appunto “incontro”. In questo caso, invece, si tratta di un tranquillamente maestoso “accanto”, tu sei in qualche modo parte di quella stessa entità che fa sbandare di qua e di là tutto il mio destino.”

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letteratura russa

Pirozkova, “Al suo fianco. Gli ultimi anni di Isaàk Bàbel”

ANTONINA NIKOLAEVNA PIROZKOVA – “Al suo fianco. Gli ultimi anni di Isaàk Bàbel” – Archinto

Elogio della femminilità. I libri di queste donne russe che sono state al fianco dei loro uomini durante la loro vita, non all’ombra, al fianco, conducendo nello stesso tempo con passione e competenza il loro lavoro (Antonina Nikolaevna era ingegnere edile e si occupava, tra le altre cose, della realizzazione della metropolitana di Mosca), che hanno creduto insieme ai loro uomini che la rivoluzione potesse cambiare in meglio il loro mondo, che hanno vissuto con loro l’ingiustizia incomprensibile e la tragedia delle purghe staliniane, le efferate conseguenze del “culto della personalità” e che, infine, da sopravvissute, hanno continuato ad accudire, con la stessa cura, i figli e le opere dei loro uomini, sono tra le cose più preziose della mia libreria.

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letteratura russa

Platonov, “Da un villaggio in memoria del futuro”

ANDREJ PLATONOV – “Da un villaggio in memoria del futuro” –  Theoria

“Se non fosse per gli sterpi o le fraterne pazienti erbe simili a uomini infelici, la steppa sarebbe intollerabile; ma il vento vi porta il seme della moltiplicazione e l’uomo procede con il cuore pesante verso il comunismo.”

 Questo libro è un lunghissimo soggiorno nel villaggio di Cevengur, insieme allo sparuto, ingenuo e commovente gruppo di poveri bolscevichi che cercano di costruire il comunismo e attendono con pazienza che porti loro la felicità. La loro ingenuità e la loro fede li rende candidi e insieme irresistibilmente comici. Questo libro è un tributo al popolo russo e una indiretta denuncia senza appello per chi ha tradito le sue aspettative. E ogni pagina si illumina di accenti lirici ogni volta che la madre terra accoglie e consola questi poveri uomini confusi e profondamente consapevoli che nulla potrà riscattare il loro destino.

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letteratura italiana

Sabbatini, “Gli occhi magri”

WALTER SABBATINI – “Gli occhi magri” – CasadeiLibri Editore

L’incontro con un nuovo autore è, come tutti gli incontri, innanzitutto uno sguardo rivolto ad un viso, per prendere contatto con i suoi lineamenti, per impadronirsene in un primo colpo d’occhio, per intuire da questo primo sguardo future possibilità di comprensione. Ecco, questi lineamenti sono, nell’incontro in questione, la scrittura, la forma della scrittura, il ritmo, l’andamento dei periodi, la musicalità, la sua capacità evocativa, le soste e le accumulazioni, la protervia o la timidezza. Ci sono infinite possibilità di lineamenti e di caratteri in una scrittura.

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letteratura tedesca

Schmidt, “Dalla vita di un fauno”

ARNO SCHMIDT – “Dalla vita di un fauno” – Lavieri

Un lieve sconcerto iniziale, la percezione (assurda) di una sfida. Esiste l’apprendistato per il lettore? Ma questo solo per le prime pagine. Poi la prepotente richiesta di una collaborazione attiva: una porta socchiusa, al lettore spetta il compito della sua progressiva apertura o, come nel mio caso, la decisione di spalancarla. Spalancare queste pagine vuol dire arrendersi ed aderire a una scelta formale ardita, ma anche accettare di avvicinare agli occhi la lente d’ingrandimento con cui Schmidt osserva il mondo. Ci vuole tempo, scrupolo e attenzione, ma si viene ripagati.

Qries