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letteratura italiana

Mari, “Verderame”

MICHELE MARI – “Verderame” – Einaudi

“Un affabulatore maestoso”

Leggendo Mari ho sempre la rassicurante impressione di trovarmi di fronte ad un autore dotato di una sorta di magazzino letterario inesauribile a cui attingere, fatto di ricordi e di impressioni radicati e profondi, di letture, studi, cultura – illuminati, tutti, da vera passione – sicurezza e coraggio nell’utilizzo di uno stile raffinato ma, nello stesso tempo, spontaneo e assolutamente distante dall’artificiosità. A tutto questo si aggiunge, tangibile, il divertimento, quello vero di chi, scrivendo, fa ciò che ama fare. Un’impressione rassicurante per il lettore che, da una parte non è condannato a seguire sperimentazioni sterili dettate dall’ansia della novità e dell’originalità a tutti i costi e, dall’altra, sente di affidarsi a chi sa bene dove portarlo, a chi non deve trovare ogni volta qualcosa di nuovo da dire o da raccontare, perché tutto è già saldamente nelle sue mani, perché si muove in un territorio conosciuto e profondamente amato.

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