LADISLAV FUKS – “Il Signor Theodor Mundstock”- Einaudi
“..Si tratta di un uomo smunto, con le guance grigie e gli occhi immobili rivolti in preghiera verso il cielo. La stella gialla degli ebrei cucita sul cappotto azzurro scuro è ricoperta di polvere, ma stranamente non reca tracce di sangue. La mano di qualcuno tra la folla chinata sull’uomo spolvera la stella, come se volesse far credere agli altri che cerca di scoprire l’identità del morto, e qualcuno quasi impercettibilmente mormora Yisgadal veyiskadash shmé rabbo, sia magnificato e santificato il Suo nome grande…”
Apparso nel 1963, e ambientato nella Praga dell’occupazione nazista, questo romanzo ha proiettato Ladislav Fuks alla ribalta della narrativa ceca del dopoguerra. Descrivendo in chiave paradossale e grottesca, quasi espressionistica, gli ultimi mesi di vita di un piccolo ebreo, il Signor Mundstock, pavido e sensibile antieroe, Fuks trasmette l’angoscia, tutta kafkiana, di una esistenza dominata dalla dimensione della paura e dai complessi di colpa.